

Il Granduca Cosimo III di Toscana, grande appassionato di scienze naturali, fece mettere assieme una collezione di frutta, agrumi, fiori e piante coltivate nella villa della Topaia, una residenza medicea nella campagna fiorentina a poca distanza dalle ville della Petraia e di Castello. In particolare volle che i pittori di corte raffigurassero con dovizia di particolari gli esemplari più singolari di piante rare o inconsuete che facevano parte della raccolta. Fu così che nell’estate del 1721 Bartolomeo Bimbi dipinse per il granduca questo esemplare di girasole Helianthus annuum forma plena – ossia dal fiore stradoppio. Un olio su tela che raffigura a proporzioni reali la grande pianta fiorita.
Il girasole fu portato in Spagna dall’America centrale già all’inizio del Cinquecento e si diffuse nei giardini europei con grande velocità grazie alla facilità di coltivazione e alla sua rusticità. Le raffigurazioni del ‘500 e del ‘600 mostrano quasi sempre forme scempie. Ma proprio a partire dal periodo barocco divenne una passione per botanici e giardinieri selezionare forme doppie o stradoppie stabili, non sempre era facile riprodurre queste piante perché queste forme particolari erano spesso sterili. A questo proposito sempre Bartolomeo Bimbi nel 1702 raffigurò il famoso Jasminum sambac doppio del Granduca giunto a Firenze nel 1688 dono del re del Portogallo.