

Ma il Girasole ha un’origine agricola molto più remota è infatti una delle piante domesticate più antiche della storia umana: in Messico sono state trovate le prove archeologiche che l’Helianthus annuus veniva coltivato già nel 2600 avanti Cristo diffondendosi poi anche fra le popolazioni indigene dell’America settentrionale e divenendo un elemento distintivo dell’identità culturale locale. Il girasole veniva trattato dalle popolazioni centroamericane quale simbolo della divinità solare. Più precisamente il girasole era connesso al culto del dio del sole e della guerra degli Aztechi, Huitzilopochtli.
Questa pianta che può raggiungere dimensioni ragguardevoli, nella cultura azteca aveva due nomi: chimalacatl (canna-scudo) e chimalxochitl (fiore-scudo) perché connesso nella forma agli scudi dei guerrieri. Era utilizzato dalle classi sociali aristocratiche come dono votivo e venne descritto per la prima volta da Francisco Hernández de Toledo, medico e naturalista di Filippo II di Spagna il quale ne tratteggiò le caratteristiche anche nella medicina tradizionale. Raffigurazioni di questa pianta e il suo ruolo nella società sono raffigurate nel famoso Codex Florentinus del missionario spagnolo Bernardino de Sahagún.
Il legame così forte con la religione azteca e con il culto solare fa ipotizzare che gli Spagnoli ne abbiano scoraggiato la coltivazione durante le fasi iniziali della loro dominazione. Ma furono poi gli stessi conquistadores a portarne i semi in Europa, già nella prima metà del XVI secolo, così il girasole si diffuse velocemente per la facilità di coltivazione e per le forme dimensioni singolari che lo resero un’attrazione per i giardini più importanti.
Nelle immagini: Codex Folrentinus – Nezahualpilli re del Texcoco – Codex Ixtlilxochitl.