La coltivazione delle piante da tè (Camellia sinensis) ha assillato per secoli gli Occidentali, soprattutto gli Inglesi…
… che a partire dal XVIII secolo ne consumavano già quantità enormi e crescenti e desideravano rompere il monopolio cinese ed arricchirsi con questa preziosa produzione.
In un epoca dove i viaggi più veloci avvenivano via mare e duravano molti mesi, era molto difficile trasportare grandi quantitativi di piante vive, e spesso anche i semi perdevano la propria germinabilità.
Il sogno cullato per più di un secolo dagli Inglesi fu realizzato solo nel 1848 dal cacciatore di piante Robert Fortune il quale riuscì a far uscire dalla Cina illegalmente circa 20mila pianticelle di Camellia sinensis che furono impiantate nella regione indiana del Darjeeling dove furono la prima scintilla per l’avvio della successiva fiorente industria produttiva.
Anche l’Italia nel corso del XIX secolo si cimentò in alcuni tentativi di introduzione che tuttavia non furono seguiti con un’adeguata costanza. Negli anni ‘80 a Sant’Andrea di Compito (Capannori) fu impiantata una coltivazione sperimentale di camelia da tè con piante ottenute da semi di alcune piante di Camellia sinensis coltivate presso l’Orto Botanico di Lucca.
L’impianto di circa mille metri quadrati dopo quasi 35 anni permette di affermare che questa pianta vegeta ottimamente nelle vallate umide della parte lucchese del Monte Pisano e che è una specie rustica, almeno per buona parte dell’Italia se si escludono le zone più fredde o quelle prettamente montane, consentendo la produzione di un tè di ottima qualità.
Adipa ci guida alla scoperta dei segreti della coltivazione della pianta del tè anche nel giardino di casa.