

Il 13 giugno scorso ricorreva il 250esimo anniversario della nascita di Gaetano Savi (1769 – 1844). L’Orto Botanico di Pisa, di cui fu direttore, lo ha celebrato con un convegno. Savi non fu soltanto un importante uomo di scienza ma anche un attivissimo divulgatore di conoscenze orticolturali e botaniche. Il suo lavoro favorì nella nuova classe media italiana la crescita dell’interesse per le piante, per l’uso di una nomenclatura corretta tradotta anche nella lingua italiana, per l’introduzione di nuove specie e per la valorizzazione di quelle autoctone e più in generale per il giardinaggio. La sua monumentale Flora Italiana (1818-1824), contrariamente al titolo, illustra piante esotiche di particolare pregio fra cui le prime Camellia japonica introdotte nei giardini della Toscana e la prima orchidea esotica descritta e introdotta nell’Orto botanico di Firenze dal Brasile da un italiano, Giuseppe Raddi ossia il Cirtopodium glutiniferum o come lo chiamò Savi il Cirtopodio Colla.
Due sono le opere fondamentali di Savi in fatto di divulgazione: il Trattato degli alberi della Toscana pubblicato nel 1801, aggiornato nella seconda edizione del 1811 e con un’appendice del 1826. L’altra è il grazioso Almanacco per il dilettante di giardinaggio edito in cinque volumi fra il 1822 ed il 1834 che ancora oggi riesce a trasmettere l’amore e la competenza del suo autore per la materia. Da questi libri è possibile avere degli spaccati molto interessanti sulla storia delle nuove introduzioni e dei giardini nel periodo napoleonico e in quello della Restaurazione che videro anche in Italia aumentare ed estendersi enormemente l’interesse per gli aspetti ornamentali ed economici del mondo vegetale. Così veniamo a conoscenza di dati affidabili sull’introduzione, l’acclimatazione, sulle prime semine e selezioni locali della Camellia japonica; ma la pianta a cui il nome di Gaetano Savi è legato maggiormente per la diffusione in Toscana è senza dubbio il Cedrus libani che, per fama biblica, dimensioni e portamento, costituì uno degli elementi vegetali più suggestivi da inserire nei giardini di paesaggio del periodo. Savi piantò per primo con successo i semi prodottoti nel 1813 dal Cedro del Libano dell’Orto Botanico di Pisa, un albero arrivato a Pisa da Londra nel 1787. Le semine ebbero successo e nel giro di cinque anni furono diffuse in Toscana quasi 800 piantine una delle quali è ancora vivente, nell’Orto botanico di Lucca.